TRYvertising

Considerazioni, Rilessioni, Spunti, casi di studio e links su questo nuovo approccio di marketing

26 agosto 2006

Venga a prendere il caffè da noi


dice in un blog Stefano "Free.9" Scardovi , che ringrazio, condivido da consumatore e da "esperto"e linko, commentando un post sul TRYvertising

...Il caffe' nel bicchierino di plastica e' qualcosa di generalmente imbevibile.
Come fanno negli ipermercati a farti apprezzare un caffe' (ok, non sono uno che apprezza il caffe' visto che abbondo di zucchero) servendotelo in un bicchierino di carta?
Voi che avete contatti in alto avvisateli che finche' continueranno ad offrirmelo nel bicchiere di carta continuero' a rifiutarli. E finche' continuero' a rifiutarli non potro' mai apprezzare una marca di caffe' diversa da quella abituale.
Altra cosa, in TV dicono tanto che il decaffeinato e' buono come il caffe' normale, perche' questo non lo fanno mai provare?...

Prendo spunto per fare qualche considerazione legata all'applicazione del tryvertising che stiamo proponendo e realizzando in Italia:
  1. Il consumatore ha sempre ragione. Soprattutto prima di comprare. Ascoltiamolo un po' più spesso. Direttori marketing e co.: ascoltateli un pò più spesso.

  2. L'abito e l'ambiente fanno il monaco. Giustamente il vino si gusta (e poi forse si compra) nel bicchiere di vetro, il caffè in tazzina, una crema si usa preferibilmente in bagno o in camera, una cinepresa si prova riprendendo qualcuno o qualcosa fuori dall' ipermercato (e dallo schermo televisivo).

  3. La prova del prodotto, se ben gestita e se il prodotto è davvero buono, convince molto di più di una comunicazione di tipo commerciale classico (advertising, telemarketing, chi più ne ha...)

  4. Il sampling tradizionale o il sampling decontestualizzato non sempre sono efficaci. Il TRYvertising offre nuove opportunità coniugando in modo innovativo e coerente contesto, targeting, bisogni, obiettivi di comunicazione

  5. In Italia , per chi vuole lavorare su questi temi seriamente, c'è ancora molto da fare

P.S:
Per chi vuole saperne di più sull'omonimo film http://cinema.castlerock.it/film.php/id=4742.

23 agosto 2006

Un altro precursore...

(solo per chi ha più di 35 anni)


Gli anni '80 sono stati una fucina ininterrotta di trashume a tutti i livelli (non che oggi le cose siano migliorate di molto, basta vedere una puntata di "Buona Domenica"!) ma questo 45 giri è tra le cose più "belle" mai pubblicate, una perla nascosta che pochi ricordano o che hanno rimosso (in)volontariamente, è la Five Records che ha avuto il coraggio di pubblicare questo capolavoro del re delle telepromozioni, ovvero Guido Angeli, che a metà anni '80 spopolava nei tubi catodici dell'italica penisola con il suo motto/tormentone "provare per credere" (accompagnato da un'efficace gestualità) che convinceva le casalinghe a fare acquisti presso il mobilificio Aiazzone.
Eccovi il jingle pubblicitario nella sua interezza:

"Vieni vieni vieni da Aiazzone, tanti mobili troverai,
vieni vieni vieni da Aiazzone, pagherai finché vorrai,
vieni in moto o anche in barella, ma vieni a Biella, ma vieni a Biella,
vieni in auto o in torpedone, perché Aiazzone ti sballerà"

tratto da http://orrorea33giri.blogspot.com

Case Studies 3: Il signor Pietro Ferrero lo fa da anni

Un antenato del TRyvertising? Un innovatore del marketing ?

Sta di fatto che il signor Ferrero per capire se un prodotto o il suo packaging funzionano non sta a fidarsi troppo del giudizio degli espertoni del marketing, ma lo fa provare, tramite i suoi FERRERO POINT a nomali e VERI consumatori.

Chi è incuriosito compra (E vi assicuro che ho visto qualcuno attaccato con il naso alla vetrinette e con gli occhi agli espositori).

Magari ripassando dal punto vendita dice la sua, che i fidati responsabili dello shop si appunteranno.Poi gli espertoni ritornano a fare i loro i loro conti sul venduto e decidono cosa lanciare sul mass market

Un TRY+BUY adatto al lancio di nuovi prodotti.

20 agosto 2006

Case Studies 2. Non è lo stesso vino

(Branding e posizionamento con i fiocchi)

Un’esperienza personale (quelle per me più significative).

Cantine aperte 2006 sui colli bolognesi.

Un sacco di vino assaggiato. Servizio e contesto anonimo, anche se mitigato da ospitali e ricche ville padronali e corredato da premi e contropremi.

L’unico che ricordi? Quello dove il sagace produttore ci ha messo a tavola con altri commensali ad assaggiare chiacchiere e vino.

Quindi: il sapore del vino (e la memorabilità del marchio) risultano profondamente diversi a seconda del contesto/occasione/ambiente.

E ancora, interpretando in altro modo, il bisogno soddisfatto con il vino, o almeno il mio bisogno, è più coerente con un’assaggio collettivo, attorno ad un tavolo, piuttosto che con una degustazione da “sommellier”.

Targeting preciso, 4 p e qualche nuova idea. Ecco una possibile versione del TRYvertising italiano.

P.S. Secondo voi che vino acquisterò ? Ma certo, è facile, il vino della compagnia e delle chiacchiere

18 agosto 2006

Case Studies 1: (Noblesse oblige) Ikea & Etap

Come non partire da qui !

Problema: Come far conoscere e apprezzare i mobili e i complementi di arredo di IKEA a chi (pochi forse) ancora non ha frequentato uno dei megastore ?

Sicuramente facendo comunicazione tradizionale, ma ancora più efficacemente, e sicuramente con budget non trascendentale, arredando le camere delle 60 sedi tedesche della catena alberghiera ETAP .

Il target potrà vivere l'esperienza di consumo per almeno una giornata (impensabile anche per i più accaniti fan dei punti IKEA), senza il disturbo di altri consumatori.

Ovviamente il target di IKEA ha qualcosa a che fare con i frequentatori di ETAP (definito dalla capogruppo ACCOR nel suo sito come "basic-service budget")...

Provate un pò a leggere qui a fianco e a individuare le similitudini...

Si potrebbe obiettare che l'operazione ha però rispetto ad altre forme di comunicazione una portata limitata.
Proviamo, un pò a spanne, a fare qualche conto:

60 alberghi, ciascuno con circa 70 camere per 365 giorni anno. Beh, potenzialmente 1,5 milioni di persone. Non male.

Chi ama i numeri provi a determinare anche il costo contatto stimando la durata media di un arredamento.

Facciamo TRYvertising...

Facciamo Tryvertising quando rendiamo disponibili, in varie forme e modalità, prodotti o servizi che il target può provare personalmente e direttamente e ritiene utili in quel momento o situazione/contesto.

Facciamo Tryvertising quando associamo alla prova del prodotto/servizio da parte del target una particolare emozione/atteggiamento/ambiente con l'obiettivo di rendere memorabile l'esperienza di consumo.

Per incominciare: gli ingredienti necessari

Un buon tryvertising,
perchè sia passabile, deve possedere:



  • qualcosa di più di un semplice sampling di prodotto
  • un briciolo di emozione
  • un buon prodotto (mica lo sono tutti)
  • un responsabile marketing che abbia veramente voglia di fare il suo gran bel mestiere
  • un targeting preciso
  • una organizzazione ferrea

Tryvertising: di cosa stiamo parlando?

Sicuramente di una innovazione. Una nuova strada per il marketing.

Di qualcosa, che, come per tutte le innovazioni, prende , ruba, adatta, integra, spezzetta, ricompatta il vecchio e l'esistente per tentare di fare marketing, ovvero relazione con le persone che fanno il mercato, in un modo più efficace (ambient, esperienziale, leisure, sampling .......).

Di una strategia che non si adatta a tutti i prodotti.

Di un modo di fare marketing che può piacere anche ai consumatori (sembra bizzarro dirlo, ma ormai difficilmente è cosi'). Almeno nella mia esperienza personale.

Di qualcosa che, come al solito, in USA e in Europa stanno sperimentando prima di noi.

Di una scommessa da vincere. Questo blog ne sarà in qualche modo il narratore e il testimone.